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I see with white eyes
I think with white mind
I act with white hands in a white body
I walk in a white world
I breathe in a white sky, I am high, high on a white mountain
And I am a looking deeply down.
Angelo Savelli, NYC 1960
Between earth and sky,
Between known and unknown
Between inferno and paradise.
With balance and tension
and equilibrium and continuity,
Aesthetic fulfillment
of the human soul.
By sublimating the idea of proportion
As divine concept
And inner reality.
Going through an experience
of concentration on a single image
And a bidimensional space.
To clarify our mirror mind
In order to reach reality
In its truthful state.
To eliminate complicated dimensions
In color and illusory space,
Which are sources
Of our deformed images
Of reality and truth … and to see
“The light
That never changes.”
Angelo Savelli
White is purified by light and fire
Geometry is the expression of the eternal and divine
But not emulating
But giving stimulus toward revelation and ideal.
Angelo Savelli, 1966
Dear figure point
This morning
While the birds
Where singing
I had the desire to initiate myself
Into a criminal and noble venture
And following the example of scientists
Who on their own, are noble and criminals
At the same time –
I started the operation
Whit my own hands which are more noble
Than the thinking of –
as they are to be praised
For the courageous action
They dared to initiate –
what happened is:
that the more my hands
Got deeply and more
Deeply involved
In the above mentioned
Criminality and nobility
At the same time
My hands by their own
Constant energy
Slowly slowly
Went in disintegration…
And when visibility
Of them was none –
that same energy
Started dividing my body
Until every part of it
Became smaller and smaller
To the point of its own invisibility
Nonetheless being no more
A point or a figure
To occupy space
I felt becoming space myself…
Angelo Savelli, NY 1970
The vertical line presents the symbolic image of
man standing with dignity, and severity as well as winner
over disaster cruelty of nature and mankind.
Angelo Savelli, 1964
Poesie
Con occhi bianchi vedo
Con una mente bianca penso
Con bianchi mani in un corpo bianco lavoro
In un mondo bianco cammino
In un cielo bianco respiro, sono in alto, in alto su una montagna bianca
Guardando in basso nel profondo
Angelo Savelli, NYC 1960
Tra cielo e terra,
Tra noto e ignoto
Tra inferno e paradiso.
Con equilibrio e tensione
e armonia e continuità,
Compimento estetico
dell’animo umano.
Esaltando l’idea di proporzione
Come un concetto divino
E realtà interiore.
vivere l’esperienza
di concentrarsi su una singola immagine
E uno spazio bidimensionale.
Schiarire la nostra mente
Per arrivare alla realtà
Nel suo stato puro.
Eliminare dimensioni complicate
In spazi colorati e illusori,
Che sono fonte
Delle nostre immagini deformi
Di realtà e verità… E vedere
La luce
Che non cambia mai.
Angelo Savelli
Il bianco è purificato da luce e fuoco
La geometria è l’espressione del divino e dell’eterno
Ma non imita la realtà
Bensì è uno stimolo verso l’illuminazione e l’ideale.
Angelo Savelli, 1966
Caro punto figura
stamane
mentre gli uccelli cantavano
fui preso dal desiderio di iniziare me stesso
a una nobile e criminale ventura.
Così, seguendo l’esempio degli scienziati
che sono al tempo e a loro volta
nobili e criminali,
ho dato avvio all’operazione
usando, però le mani che sono più nobili
di quanto si pensi.
Perché esse meritano laude
per il gesto coraggioso
cui ebbero il coraggio di dare avvio (iniziazione).
Ed ecco quanto accadde:
Accadde che una mano
che le mie mani sempre più a fondo (in profondo)
nella sopra menzionata
criminalità e nobiltà
s’adopravano.
Al contempo
per via della loro ostinata energia
piano, sempre più piano
presero a inscindersi
in frammenti infiniti…
Poi quando nulla d’esse
fù dato di vedere –
quella stessa energia prese a dividermi il corpo
finché ogni sua parte
si fece minima e ancora più minima
Tanto da raggiungere la sua stessa invisibilità –
Nondimeno, poiché ormai ero
né punto, né figura
che occupasse lo spazio
sentii che lo spazio ero diventato io,
io stesso ero diventato spazio
Angelo Savelli, NY 1970
La linea verticale
presenta l’immagine simbolica
di un uomo in piedi con dignità e rigore
e anche vincitore sul disastro,
crudeltà della natura e dell’umanità.
Angelo Savelli, 1964